Il percorso espositivo
La mostra si articola in due aree, con l’obiettivo di illustrare a diverse scale dimensionali, i dettagli e le caratteristiche degli ambienti estremi e degli estremofili.
Area informativa
Nella prima area, la presenza di dati didascalici ed informazioni scientifiche, mette in evidenza come la vita possa trovarsi ovunque, anche negli ambienti estremi, come dimostra la presenza del planisfero, nonché di video e ulteriori mappature che attraverso un focus sulle diverse tipologie di ambienti estremi già permette di visualizzare quali organismi è possibile ritrovare, anche nelle zone a noi più vicine: un esempio è Saccharolobus Solfataricus, prima specie autoctona individuata nella Solfatara di Pozzuoli.
Chiude questa prima area il passaggio di scala, una graficizzazione utile alla comprensione del rapporto tra la scala dimensionale di un essere umano e quella di un organismo estremofilo.
Area immersiva
La seconda area, immerge il visitatore negli ambienti estremi e nella stratificazione che ne costituiscono i tratti distintivi, che siano temperature estremamente alte o basse, piuttosto che l’acidità, ciascuno dei tre luoghi trattati, Campi Flegrei (Italia), Parco Nazionale di Yellowstone (USA), e Antartide, ha suoni, colori e, addirittura, odori connotanti, oltre che, ovviamente, i suoi organismi estremofili, nonché le alghe che di fatto rappresentano a loro volta l’ecosistema dell’ambiente.
L’integrazione tra i singoli elementi che compongono l’allestimento, ovvero dati interattivi, video mappature, suoni e organismi tridimensionali, porta il visitatore a vivere sulla sua pelle l’esperienza dello scienziato su campo, che proprio grazie all’immersione, a scale sempre più microscopiche, riesce a scoprire quanto in realtà siano straordinari questi organismi estremi.